Come comportarsi con gli arbusti

Le rose: concimare in autunno-inverno con Stalfert e Dermazoto nella dose del 50-50.

Ricordiamo che le rose sono sensibili alle concimazioni alte.

Trattare marzo – aprile – maggio con fungicidi rameici. Trattare contro i parassiti con prodotti a base di piretro.

Il periodo migliore per piantare le rose è in autunno. In questo periodo lavorano in prevalenza le radici, così da arrivare a maggio che sono nel pieno delle loro forza ed hanno così una maggior resistenza. Le nostre rose in vaso si possono piantare comunque tutto l’anno. A maggio sicuramente con i fiori si possono fare le sclete migliori.

Se non si è dei collezionisti, consiglio di piantare delle rose moderne rifiorenti, semmai anche profumate, al fine di avere una maggior continuità di fioritura.

È meglio una rosa di qualità che cento anonime.

Le azalee, le camelie e i rododendri sono piante che richiedono un terreno acido. Concimarli con Dermazoto, apportare Sequestrene o solfato ferroso. Correggere il terreno con lo zolfo poiché acidifica. Le azalee e i rododendri non amano l’esposizione eccessiva al caldo e al sole. Le camelie tollerano di più il sole purché innaffiate. Ottime sono le siepi di camelia Sasanqua, quest’ultime tollerano meglio il terreno argilloso. Le Camelie Japonica si potano dopo la fioritura primaverile, mentre le sasanqua a fioritura invernale dopo i geli. Ricordiamoci di sbocciolare ossia di diradare i boccioli mantenendone uno massimo due, per migliorare la qualità della fioritura. Le Azalee e i Rododendri si potano dopo la fioritura ricordandosi che sono piante che non tollerano la potatura eccessiva e si consigliano solo potature di pulizia dal secco o di rimonda.

Le Ortensie sono delle acidofile che stanno bene anche nei terreni argillosi. In inverno concimare con Dermazoto e Stalfert. Per rendere azzurre le ortensie si consiglia di evitare l’acqua di rubinetto, di acidificare e di apportare allume di rocca.

Gli agrumi vanno concimati in marzo con Dermazoto e Stalfert. Proteggerli dalla larva minatrice e dalla cocciniglia. Nei vasi grandi pacciamare con la vulcanite, evita che il caldo o il sole asciughino troppo il terreno.

Gli Oleandri vanno riparati dal gelo invernale soprattutto al Nord se in vaso. È vero che ultimamente a Bologna il clima è più mite, ma comunque un occhio di riguardo ci deve essere. Se si decide di coprirli, bisogna usare il tessuto non tessuto che va posizionato i primi di novembre e tolto dopo i geli ad aprile. La potatura si esegue sempre ad aprile fuori dai geli. Se gli oleandri sono molto rovinati bisogna fare una potatura al 50% cercando di eliminare i rami più vecchi alla base. Concimare con il Dermazoto in primavera, mentre a giugno si usa il Nitrophosca gold.

Alloro (laurus nobilis), pianta molto presente nel parco, concimare con dermazoto e proteggere con antiparassitari. I parassiti che possono colpire l’alloro sono l’afide, la cocciniglia e l’Oziorrinco.

Bosso Sempervirens e arborescente: Potare seguendo la forma desiderata. Concimare con Dermazoto. Attenzione agli attacchi di ragnetto rosso curabili con Borneo e di Piralide

Photinia red robin: concimare con Dermazoto potare due volte l’anno preferibilmente in agosto-settembre e dopo la crescita a maggio.

Prunus otto luken: concimare con Dermazoto. Proteggere la pianta dall’Oziorinco.

Prunus lauroceraso: concimare con il Dermazoto al fine di prevenire la clorosi ferrica . Proteggere la pianta dall’Ozziorinco. La pianta soffre in posizioni particolarmente esposte l’estate e l’inverno, al punto di presentare dei seccumi. Potare sempre la parte secca e mantenerla potata due volte l’anno. Contro il mal bianco o oidio usare il Proclaim combi.

Spirea: ci sono a fioritura primaverile con fiore bianche e specie a fioritura estiva con fiore rosa-rosso-fuxia. Le specie che fioriscono in primavera, sui rami di un anno, vanno potati subito dopo la fioritura eliminando i rami più vecchi ed accorciando della metà gli altri. Per le specie a fioritura estiva, sui rami di un anno, vanno potate a fine inverno eliminando i rami più vecchi ed accorciando della metà gli altri.

Pittosporo: sopporta bene i tagli, che devono comunque essere fatti dopo la fioritura. Mai potare a ridosso dell’inverno. Concimare con Dermazoto. Attenti alla Cocciniglia curabile co Oliocin e Decis

Viburnum tinus: potare sempre dopo la fioritura in primavera. Concimare con Dermazoto.

Lavanda: la potatura va fatta in primavera a verde, ossia senza cercare la parte legnosa. La pianta fiorisce sulla vegetazione nuova. Concimare con Dermazoto e Nitrophosca gold.

Lonicera arbustiva: pianta rustica. Si pota fuori dai geli o a settembre ottobre. Concimare con dermazoto.

Mahonia: La Mahonia aquifolium si pota dopo la fioritura in primavera, sfoltendo i rami vecchi e tenendo una forma simmetrica. La Mahonia charity si pota in primavera poiché fiorisce in inverno.

Rhyncospermum jasminoides (gelsomino invernale): concimare con Dermazoto. Se le foglie diventano rosse indicano una sofferenza determinata dal freddo o dalla mancanza di acqua in estate.

Lagerstroemia: fiorisce sui rami dell’anno quindi si pota senza problemi in primavera fuori dai geli tenendo i rami grossi principali

Forsithia: poiché i fiori si formano sul legno dell’anno prima, bisogna potare la pianta in primavera dopo la fioritura. Eliminate i rami vecchi. Concimate con dermazoto

Cotoneaster: concimare con Dermazoto, potatura di contenimento o di ringiovanimento.

Abelia: concimare con Dermazoto, potatura di contenimento e di ringiovanimento.

Berberis: concimare con Dermazoto, potatura di contenimento e di ringiovanimento.

Helicriso italico: potare in primavera o in agosto a 30 cm. da terra per ringiovanire l pianta. Concimare con Dermazoto.

Hiperico: concimare con Dermzoto. Potare dopo la fioritura. Essendo un’infestante non ha problemi particolari.

Rosmarino: potare dopo la fioritura in primavera, mai contro in inverno. Potare a verde. Eliminare il secco. Concimare con il Dermazoto.

Alloro (laurus nobilis): pianta molto presente nel parco, concimare con Dermazoto e proteggere con antiparassitari. I parassiti che possono colpire l’alloro sono l’afide con la melata e la cocciniglia trattare con Confidor o Reldan 22. Potare per contenere e per eliminare la parte secca. Se si pota alla base ricaccia senza problemi.

Euryops: arbusto che bisogna potare alla fine dei geli in primavera. Concimare con Dermazoto e nitrophosca Glod due volte l’anno. Ricordiamo che è un arbusto che ama il caldo e che, se non acclimatato, potrebbe subire gravi danni in inverno.

Jasminum nudiflorum o di San Giuseppe: si pota dopo la fioritura in primavera. Si eliminano sempre i rami più vecchi e quelli rovinati.

Nandina: concimare con Dermazoto. Potare sempre la parte secca o danneggiata.

Buddleia: fiorisce sui rami dell’anno. Essendo a fioritura estivo-autunnale, si pota fuori dai geli. Si eliminano i rami più vecchi e si effettua una potatura di rimonda.

Calycanthus: potatura primaverile dopo i geli.

Cornus: si potano fuori dai geli invernali. Ricordiamoci la bellezza invernale dei rami che hanno colori variabili dal rosso, giallo, corallo, verde, etc.

Cotinus: non apprezzano le potature forti. Eseguire potatura di rimonda e di contenimento.

Phyracantha: concimare con Dermazoto. Accetta tutti i tipi di potatura. Se si creano seccumi rimuoverli subito.

Cydonia: fiorisce sui rami di due anni. Potatura di rimonda e di contenimento. Concimare con Dermazoto.

Deutzia: effettuare una potatura di rimonda, poiché mal sopporta le potature drastiche.

Elaeagnus: potatura di contenimento. Ricordarsi che le specie sempreverdi fioriscono in autunno.

Euonimus: sopporta le potature. Si concima con Dermazoto. Soffre il mal bianco, la fumaggine e la cocciniglia.

Hedera: sopporta tutti i tipi di potatura. Stare attenti alle formiche e agli afidi

Hibiscus: Si pota fuori dai geli in primavera. Concimare con Dermazoto e Nitrophosca gold e stallatico

Kerria: si pota dopo la fioritura.

Ligustro sinensis, japonica, etc: sopporta tutti i tipi di potatura. La classica pianta del giardino all’italiana. Concimare con il Dermazoto.

Meli e Peri da fiore: ricordarsi che i frutti fioriscono sui rami di due anni. Togliere i polloni là dove ci sono gli innesti per non favorire il selvatico. Concimare con Dermazoto e Nitrophosca gold

Osmanthus: ricordarsi che fiorscono in autunno. Effettuare solo potature di rimonda e di contenimento.

Passiflora: potatura di contenimento solo dopo i geli invernali. La pianta mal sopporta inverni rigidi.

Philadelphus: Fiorisce sui rami dell’anno precedente. Potare dopo la fioritura. Ogni 4/5 anni si può ringiovanire la pianta.

Melograno: potare fuori dai geli, togliere i polloni, eliminare i rami vecchi e accorciare i rami che hanno fiorito l’anno precedente. Concimare con Dermazoto, stallatico e Nitrophosca gold.

Spartium: solo potature di rimonda e contenimento fuori dai geli.

Symphoricarpus: solo potature di rimonda e contenimento fuori dai geli.

Lillà o syringa: si pota fuori dai geli. Ricordiamo che appartiene alla famiglia dei ligustri e si tratta come questi senza problemi.

Tamerice: si pota dopo la fioritura.

Glicine: si pota a luglio e a ottobre per evitare che la forza dei rami rovini eventuali sostegni e per evitare che la neve appesantisca la struttura dove questa si arrampica. Concimare con Dermazoto, stallatico e Nitrophosca gold. Ci sono glicini che posono non fiorire e questo dipende da tanti fattori di difficile individuazione. Ricordiamoci che vi sono glicini da seme che non fioriscono mai. Il glicine d’innesto fiorisce da subito.

Kolkwitzia: arbusto dalla fioritura abbondante ad Aprile con fiori imbutiformi sul rosa. potatura estiva

Aromatiche glossario

Qui alcuni termini tecnici in merito alle proprietà delle piante aromatiche:

Stomachico: promuova la secrezione gastrica e il buon funzionamento dello stomaco.

Emmenagogo: provoca la comparsa del flusso mestruale.

Carminativo: elimina l’eccesso di gas nello stomaco.

Eupeptico: facilita la digestione, favorisce la secrezione del succo gastrico.

Galattogogno: stimola e accresce la secrezione lattea nella nutrice.

Vulnerario: dotato di proprietà cicatrizzanti

Bechico: capace di calmare la tosse

Diaforeica: sostanza che provoca sudore

Capire la Luna

Capire la Luna e le sue fasi è importante per non commettere quegli errori che potrebbero compromettere non solo alcune semine, ma anche quella tramandazione orale che in questo caso è più importante di molti libri.

Mio zio Rino, che in questo campo è un maestro, mi ha spiegato le regole della luna ed è giusto che qui raccolga tutto quello che ho imparato.

novilunio: disco scuro inizia la luna nuova con il periodo di crescita.

primo quarto: falce rivolta verso destra.

plenilunio: luna piena finisce il perIodo di luna crescente ed inizia la luna calante.

Ultimo quarto: falce rivolta a sinistra

Il compostaggio

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Con la raccolta differenziata che sta arrivando in tutti i comuni, sta tornando di attualità il compostaggio. In natura il compost si trova nei boschi sotto le foglie. Noi cercheremo di produrlo nel nostro orto-giardino. I rifiuti organici di varia provenienza vengono posti in un cumulo sul terreno. I microrganismi che vivono nel terreno (funghi, batteri, vermi, lombrichi, etc.) entrano nel cumulo ed iniziano a trasformarlo. La buona aerazione, permette all’ossigeno di far lavorare bene i microrganismi, senza che avvengano fermentazioni che portano cattivo odore. È necessario rivoltare ogni 2-3 settimane il cumulo. Solo con la maturazione del compost si ha l’humus. Il processo dura alcuni mesi.

Nel cumulo andranno i residui di sfalci e potature, rifiuti organici, piccole quantità di carta, cenere, terra, caffè, filtri di the e camomilla, trucioli e segatura di legno. Comunque questi materiali prima di essere utilizzati devono essere ridotti alle dimensioni medie di 5-8 cm. Si consiglia di aggiungere regolarmente ai rifiuti umidi (scarti di cucina, deiezioni animali,erba,etc.) del rifiuto secco (potature, foglie, carta, etc.). Il cumulo è un grande fermentatore dove si verificano determinate condizioni: la disponibilità di ossigeno, il tasso di umidità di massa e la temperatura interna.

La disponibilità di ossigeno è assicurata dalla circolazione di aria nel cumulo ed è in funzione al materiale che lo compone e quindi alla sua porosità.

L’acqua è essenziale per i microrganismi quindi si deve tenere un buon grado di umidità.

La temperatura interna va controllata regolarmente ed indica come sta procedendo la fermentazione. Elevate temperature (55-65 °C) purificano il cumulo dai parassiti e da molti semi di infestanti.

Dopo aver rivoltato per diverse volte, si verifica che la temperatura interna non si innalza più. Il processo è concluso il compost fresco è pronto per essere utilizzato.

· Il cumulo deve essere posizionato in modo che non si creino ristagni d’acqua e preferibilmente sotto ad alberi caducifoglie così in estate è al riparo dai raggi solari mentre in inverno può beneficiare del leggero calore del sole.

· La qualità del compost può essere migliorata ricordando che la cornunghia e il sangue aumentano l’azoto, le polveri di roccia aumentano il fosforo e le ceneri apportano potassio e microelementi.

· Per ridurre i cattivi odori ridurre le deiezioni animali e coprire con paglia, rami e foglie.

· Non usare plastica, metallo, vetro, carta stampata, oggetti non biodegradabili.

· Sconsiglio l’uso di attivatori.

· Stare attenti all’utilizzo di piante malate.

Qui una guida di Hera

Concimi

Prima di introdurre la funzione di ogni concime è giusto analizzare come le piante assimilano ogni elemento.

L’azoto compone le proteine che sono responsabili della crescita e dello sviluppo. L’azoto da ureico diventa ammoniacale, successivamente nitrico per poi sotto questa forma essere assimilato dalla pianta.

Il fosforo regola la fotosintesi clorofilliana, la moltiplicazione cellulare e l’accumulo di “energia” necessaria ai vari processi vitali della pianta. Il fosforo agricolo non è dannoso per l’ambiente in quanto trattenuto dal terreno.

Il potassio regola la qualità dei frutti, l’assorbimento radicale, la formazione delle proteine e zuccheri. Aumenta la resistenza alla siccità e alle malattie fungine.

Il Dermazoto lo si può usare al posto della cornunghia. Concime a lenta cessione composto da pelli e cuoio torrefatti e idrolizzati. Mineralizza dai 2-5 mesi. Previene e cura la clorosi ferrica e la mancanza di magnesio. Dose 8-10 kg/ 100 mq. Distribuzione autunnale, ma va bene anche tutto l’anno. Ottimo per tutte le piante verdi, le acidofile e per il prato.

Stalfert: stallatico concime organico da distribuire alla dose di 20 kg/100 mq; non brucia. Scheda tecnica.

Pollina: dose 5-7 kg/100 mq; stare attenti perché brucia. È meglio stemperarla in acqua, 5 kg per 50 litri di acqua, e usarlo come concime di spinta.

Dermazoto + Stalfert: di nostra formulazione nella dose di 50-50. Ottimo per tutte le piante che hanno nei fiori l’elemento di distinzione. Effetto lento e prolungato.

Dermazoto + Nitrophoska gold: di nostra formulazione nella dose di 1/3. Ottimo per tutte le piante che hanno nei fiori l’elemento di distinzione. Effetto rapido.

Calciocianamide: disinfettante del terreno e concimante. Calciocinamide-cianamide-urea-sale ammoniacale. A causa di questa trasformazione non seminare o trapiantare prima di un mese dalla somministrazione. Dose 8-10 kg/100 mq. Si consiglia l’uso a gennaio prima di affrontare la stagione delle semine e dei trapianti.

Vediamo di catalogare gli ortaggi in funzione al bisogno o consumo di concime.

Ortaggi forti consumatori di concime: cavoli, porri, sedano rapa, cetrioli, zucche, zucchini, pomodori e patate.

Concimare bene in autunno con il letame e il dermazoto.

Ortaggi medi consumatori di concime: carota, ravanelli, insalata, finocchio spinaci, aglio, cipolla, fagioli rampicanti.

Concimare in modo meno abbondante con letame.

Ortaggi deboli consumatori di concime: fagioli, piselli, erbe aromatiche e medicinali.

Concime di fondo: concime di preparazione del terreno prima di impiantarvi la coltura.

Concime di spinta: concime che apporta sostanze finalizzate alla ripresa di piante ferme (alla fine dell’inverno o in estate) o che si vuole velocizzare lo sviluppo. Noi trattiamo lo Zapi Blu

Concime di copertura: concimazione successiva allo sviluppo della pianta, finalizzata al riequilibrio delle sostanze nel terreno.

I fagiolini e i piselli sono auto-azotanti, quindi non esagerare con la concimazione che potrebbe compromettere anche la legagione dei frutti.

Il tessuto non tessuto serve a proteggere le colture tutto l’anno. Non è vero che si usa solo in inverno dove riesce a togliere fino ad un massimo di 2 gradi. In estate mantiene fresco il terreno ed evita che faccia la crosta. Protegge le colture dagli insetti. Il suo peso di 30 gr/mq permette di non schiacciare le colture.

Importante:

  • 1 cc = 1 ml.
  • 1 cucchiaio da cucina è circa 10 grammi.
  • La punta di un cucchiaino da caffè è circa 1 grammo.

Le piante fiorite

I concimi per le piante fiorite si dividono in liquidi o granulari.

Concimi liquidi: li consigliamo per i fiori e le piante d’appartamento

Concimi granulari: per le piante da giardino o gli arbusti in. cassetta

Stare attenti che concimare troppo le piante in vaso, a causa della salinità, ne può determinare la morte.

Le rose:

Concimare in autunno-inverno con Stalfert e Dermazoto nella dose del 50-50.

Trattare marzo – aprile – maggio con con fungicida ed antiparassitario.

Il periodo migliore per piantare le rose è in autunno. In questo periodo lavorano in prevalenza le radici, così da arrivare a maggio che sono nel pieno delle loro forza ed hanno una maggior resistenza.

Se non si è dei collezionisti, consiglio di piantare delle rose moderne rifiorenti, semmai anche profumate, al fine di avere una maggior continuità di fioritura.

È meglio una rosa di qualità che cento anonime.

I gerani:

Concimare con concime liquido una volta la settimana.

Proteggerli dalla Farfallina del geranio con prodotti a base di piretro dalla

Da qualche anno è comparso in Italia un nuovo insetto dei gerani, Cacyreus marshalli: è un lepidottero di origine africana in rapida diffusione nel nostro Paese che causa danni, anche molto gravi, alla pianta. La rapida diffusione è dovuta alle condizioni ambientali favorevoli ed alla totale assenza di antagonisti naturali.

I Tageti e le Dalie vanno protetti dalle lumache.

Le Azalee, le Camelie e i Rododendri sono piante che richiedono un terreno acido. Concimarli con Dermazoto, apportare Sequestrene o solfato ferroso. Correggere il terreno con lo zolfo poiché acidifica e con terreno acido.

Le Ortensie sono delle acidofile che stanno bene anche nei terreni argillosi. In inverno concimare con Dermazoto e Stalfert. Per rendere azzurre le ortensie si consiglia di evitare l’acqua di rubinetto, di acidificare e di apportare allume di rocca.

Gli Agrumi vanno concimati in marzo con Dermazoto e Stalfert .

A marzo proteggerli dalla larva minatrice con insetticidi a base di deltametrina e dalle cocciniglie con il insetticidi a base di deltametrina + Oliocin.

Nei vasi grandi pacciamare con la vulcanite, evita che il caldo o il sole asciughi troppo il terreno.

Le Surfinie vanno concimate una volta la settimana con concimi liquidi. Trattare con insetticida una volta al mese al fine di prevenire gli afidi che determinano la colla e quindi la sofferenza della pianta. Quando la surfinia diventa brutta, tagliare di un terzo la pianta.

I Ciclamini tenerli fuori all’aperto in inverno ma al riparo dai geli. Quindi di notte se è sereno e si prevede la gelata è meglio metterli in casa per poi riposizionarli fuori. Tenere pulito da foglie secche o da fiori sfioriti. In estate tenerli a mezz’ombra.

Qui a Bologna tra le annuali i fiori di vetro e le Nuove guinea (Impatients), seguono la regola del basilico ossia non piantarli prima della metà di aprile. Il Basilico quando si pianta in terra piena e non muore, ci informa che l’estate è arrivata. Il freddo o meglio gli sbalzi termici fermano la pianta. Questa regola comunque vale anche per le Begonie, le Petunie, i Tageti e per tutte quelle piante che amano il caldo. Mai anticipare l’estate a Bologna. E’ pericoloso.

Le Viole: si piantano a ottobre e durano fino a giugno-luglio. Sono le regine di Bologna. Grande resa e basso prezzo. In inverno si abbinano alle Camelie sasanqua, alle Iberis semperflorens, alle eriche, alle skimmie. In primavera si abbinano ai tulipani, ai narcisi, ai crocus, alle fritillarie, ai papaveri e ai myosotis. Successivamente vanno per conto loro finche non vengono soppiantate dalle altre annuali primaverili-estive.

Tutte le piante stagionali vanno periodicamente cambiate. A maggio si tolgono le viole per le begonie, i tagete o le petunie o i fiori di vetro. A ottobre si tolgono queste ultime per ripiantare nuovamente le viole.

La farfallina dei gerani

Da qualche anno è comparso in Italia un nuovo insetto dei gerani, Cacyreus Marshalli: è un lepidottero di origine africana in rapida diffusione nel nostro paese che causa danni, anche molto gravi, alla pianta. La rapida diffusione è dovuta alle condizioni ambientali favorevoli e alla totale assenza di antagonisti naturali.

L’adulto svolge attività diurna in luoghi caldi ed assolati e depone uova singole sulle parti tenere del geranio da cui fuoriescono larve bianche che penetrano nei fusticini dall’apice e vi scavano gallerie discendenti. Raggiunto l’ultimo stadio di sviluppo, le larve abbandonano la vita nascosta: forano i getti ed escono a nutrirsi di foglie, fiori ed apici vegetativi. In tale stadio la larva è di colore verde, pelosa e con bande dorso – laterali di colore lilla. Cacyreus marshalli compie in Italia 5-6 generazioni all’anno e per tale motivo è bene proteggere i gerani per un lungo periodo, onde evitare che a fine della stagione, le piante colpite dall’insetto si presentino parzialmente rinsecchite e defogliate, senza fiori e con i caratteristici fori d’uscita tondeggianti a livello degli internodi.

In prevenzione e in copertura trattare con prodotti a base di piretro come Zapi insetticida Aficida. Dosi 1-1,5 ml/al litro di acqua. Consigliamo il trattamento in prevenzione a marzo/aprile almeno una volta al mese come settembre/ottobre. A livello curativo 1 volta alla settimana fino alla scomparsa. Se piove va ridato.

Piante da frutto

I frutti è meglio piantarli in autunno. Il periodo di riferimento va da ottobre a marzo dove la pianta anziché lavorare sopra lavora nella radice. Se poi nevica si migliora l’attecchimento. La neve protegge dal ghiaccio, permette alle radici di lavorare e apporta acqua in profondità.

Consiglio le piante di 2-3 anni franche in vaso.

Fare il buco, aggiungere 1 kg di Stalfert (compra qui) e terriccio, svasare e tagliare le radici, trapiantare, comprimere bene la terra, innaffiare abbondantemente e fare la formella.

Per quanto riguarda i trattamenti, consiglio solo quelli invernali:

· i primi di gennaio trattare con prodotti rameici

· e all’ingrossamento delle gemme trattare nuovamente con prodotti a base di rame

successivamente consiglio di rivolgersi a strutture specializzate poiché per l’hobbista vale la regola che è meglio una mela bacata che trattata, anche se l’argomento sta diventando un po’ complesso a causa delle micotossine.

Per quanto concerne gli insetticida si consigliano quelli a carenza bassa derivati del piretro

Le pomacee: mele e pere.

Le drupacee: ciliegia, susina, albicocco, pesco, mandorlo.

I frutti minori:il ribes, il kiwi, il sorbo, il corbezzolo, i loti, il melograno, il nespolo, il fico, l’uva spina, le more, i lamponi e i mirtilli.

I mirtilli nelle nostre zone bolognesi sono di difficile coltivazione a causa del terreno che deve essere acido.

Il kako è difficile che produca sopra i 500 mt dal livello del mare.

I Kiwi devono essere piantati, affinché producano, almeno 1 maschio e 3 femmine.

Le albicocche sono le piante più sensibili alle gelate tardive a causa della fioritura precoce.

Le fragole possono essere rifiorenti o uniflore. Le prime producono frutti tutto l’anno, mentre le seconde solo una volta. Dal lato qualitativo, le uniflore sono più buone e hanno una pezzatura di frutto più grande. Comunque per l’hobbista le rifiorenti sono più accattivanti in quanto producono tutto l’anno. In primavera a marzo, vanghettarle tutte e concimarle con il letame (Stalfert)

Da noi Piante da Frutto di 2/3 anni franche in vaso al prezzo di €16,50. Prima scelta

Liquori fatti in casa. Le ricette

Grappa al basilico: ottimo digestivo. Si prepara da fine giugno fino ai primi di settembre. Servono: 60 foglie di basilico genovese, 300 gr di zucchero, 1 litro di grappa bianca, 2 limoni non trattati. Dopo aver ben lavato le foglie di basilico riponetele in un contenitore ermetico da 2 litri insieme alla buccia di limone (solo la parte gialla) tagliata sottilissima. Lasciate in infusione per 20 giorni, dopo filtrate e versate nella bottiglia. Conservare in luogo fresco e scuro.

Liquore di cedrina: ottimo digestivo. Si prepara da giugno a settembre. Servono 200 foglie di cedrina, scorza di 4 limoni, 1 litro alcool a 95°, 1 litro acqua e 1 kg di zucchero. Si lavano le foglie e la parte gialla della scorza dei limoni. Si mettono in infusione le foglie e la scorza. Si scalda l’acqua e si scioglie lo zucchero dopodiché una volta lasciata raffreddare si versa il tutto nello stesso posto dell’infuso. Fare riposare per almeno un mese. Filtrare ed imbottigliare.

Liquore delle tredici erbe: digestivo. Si prepara da giugno a settembre. Si lavano 3 foglie di salvia, di menta, di cedrina, di basilico, limone, alloro, rosmarino, 3 chiodi di garofano, 3 fiori di camomilla, 3 bacche di ginepro, mezza stecca di cannella, mezza stecca di vaniglia, 400 gr di zucchero, 400 gr acqua e 400 gr alcool. Mettete in infusione in un vaso di vetro tutte le erbe lavate e le spezie con l’alcool. Lasciate riposare per 3 giorni. Passato questo periodo sciogliete lo zucchero in acqua calda ed una volta raffreddato il tutto aggiungetelo all’infuso. Lasciate riposare altri 3 giorni. Filtrate ed imbottigliate.

Nocino modenese: digestivo. Si prepara per San Giovanni a settembre raccogliendo 30 noci con il mallo ancora verde. Servono inoltre 750 gr di zucchero, 2 gr di cannella, 10 gr di chiodi di garofano, 10 chicchi di caffè, la scorza di un limone tagliata a pezzi, 1 litro e ½ di alcool 95° e 400 gr acqua. Si tagliano le noci in quattro parti e le si mettono in una damigiana a bocca larga insieme agli altri ingredienti. Si espone al sole per 50 giorni, agitando spesso. Successivamente si filtra e si imbottiglia. Spesso si lascia in infusione per un anno e si imbottiglia per il successivo San Giovanni.

Secondo nocino: aperitivo. Ingredienti: 30-33 noci già usate per l’infuso del nocino, 2 litri di ottimo vino bianco secco o due litri di vermouth chinato. Al momento di filtrare il nocino, tenete da parte i malli delle noci. Aggiungete il vino bianco e lasciate al sole per un mese. Filtrate ed imbottigliate.

Grappa all’ortica: digestivo e tonico. Raccogliere 20 foglie di ortica, prima che la pianta fiorisca, aggiungere 40 gr di zucchero, 1 scorza di limone e 1 litro di grappa. Lasciare macerare per tre mesi. Filtrare ed imbottigliare.

Liquore alla melissa: si prepara da giugno ad agosto. digestivo e corroborante. Servono due belle manciate di foglie di melissa appena raccolte, la scorza di un limone non trattato, 3 chiodi di garofano, un pezzo di cannella, 300 gr di zucchero, 300 gr acqua e 1 litro di alcool a 95°.Mettere tutti gli ingredienti nel vaso ermetico e lasciare macerare per tre settimane scuotendo il vaso due volte al giorno. Filtrare, imbottigliare e lasciare invecchiare per due mesi.

Limonino: dissetante, digestivo pieno di vitamine. Sono necessari 7 limoni, 15 foglie fresche di limone, ½ litro di alcool 90°, 400 gr zucchero e ½ litro acqua. Fare macerare nell’alcool la scorza di 6 limoni e le foglie, lasciando riposare per 15 giorni e scuotendo ogni tanto. Dopodiché aggiungere il succo di un limone e lo zucchero ben sciolto a freddo nell’acqua. Chiudere e fare macerare per altre 24 ore. Filtrare ed imbottigliare. Invecchiare per almeno un mese.

Laurino: digestivo. Si prepara a fine estate. Servono 400 gr di bacche di lauro (prunus lauroceraso), 350 gr. Zucchero, 350 gr acqua e 400 gr alcool 90°. Sciolto lo zucchero nell’acqua calda, una volta raffreddato lo si versa nella damigiana a bocca larga con tutto il resto degli ingredienti. Una volta macerato per un mese, rifiltra ed imbottiglia. Consumare dopo 3 mesi di stagionatura. Le bacche devono essere ben mature, ossia nere e il periodo è solitamente tra agosto e settembre. Il liquore può essere più o meno dolce in funzione dello zucchero. La dose qui indicata è la dose massima.

Liquore di rose: dissetante ed aromatizzante di dolci. Servono 50 gr di petali di rose profumate raccolte di primo mattino, 1 litro alcool a 95°, 1 litro acqua e 500 gr zucchero. Chiudere nel vaso ermetico i petali di rosa e lo zucchero esponendo il tutto al sole per alcuni giorni, scuotendolo spesso. Quando lo zucchero si è sciolto aprire il vaso e aggiungere l’acqua e l’alcool. Chiudere, agitare aspettare 15 giorni, filtrare ed imbottigliare.

Ratafià di ciliegie nere: si prepara da maggio a giugno. Digestivo e aromatizzante dei dolci. Servono 300 gr di ciliegie nere mature, 1 litro alcool a 95°, 200 gr zucchero e ½ litro acqua. Sciogliere lo zucchero nell’acqua calda e pestare le ciliegie. Mettete lo sciroppo di zucchero, le ciliegie e l’alcool nel vaso di vetro e chiudete. Lasciare macerare per tre mesi, mescolando ogni tanto. Filtrare ed imbottigliare.

Liquore al rosmarino: si prepara in primavera estate ed è un aromatico-digestivo. Lavate ed asciugate il ramo di rosmarino, dopodiché staccate tutte le foglioline e mettetele in infusione nel vaso di vetro, per 40 giorni al buio, con 1 litro di acquavite bianca 40° e 20 zollette di zucchero. Filtrate ed imbottigliate.

Grappa alla salvia: digestivo. Lavate 20 foglie di salvia ed asciugatele. Mettetele in infusione per 1 mese in un vaso ermetico di vetro con 300 gr di zucchero e 1 litro grappa. Imbottigliate e consumate.

Elisir alla menta: si prepara da maggio a settembre. Da bere come digestivo, contro il mal d’auto o di mare e come dissetante se allungato con dell’acqua. Ingredienti: 30 gr menta fresca, 2 foglie di basilico, 2 foglie di limone, un pizzico di fiori di camomilla ed uno di semi di anice, 250 gr di alcool, 300 gr zucchero e 300 gr acqua. Pulire con uno straccetto le foglie di menta. Mettete la menta, il basilico, le foglie di camomilla e i semi di anice in infusione nell’alcool nel vaso di vetro. Lasciate in infusione per 8 giorni, scuotendo ogni tanto il recipiente. L’ottavo giorno preparate lo sciroppo caldo portando a bollore l’acqua e versandovi lo zucchero. Passate l’infuso attraverso un colino ed unitelo allo sciroppo. Filtrate ed imbottigliate.

Mirtillino: digestivo e tonico. Distribuite in due bottiglie 600 gr di mirtilli, 600 gr di grappa e 300 gr di zucchero. Chiudete ermeticamente e lasciate riposare per tre mesi al buio. Periodo agosto-settembre.

Brodo di giuggiole: molto dolce, rocco di vitamina c e zuccheri. Per il fatto che è molto dolciastro esiste il detto ” sono in brodo di giuggiole”. Servono 1 chilo di giuggiole, un chilo di zucchero, 2 grappoli di uva zibibbo, 2 bicchieri di vino bianco, 2 mele cotogne un limone e acqua. Aggiungere in un tegame le giuggiole lavate e ricoprirle di acqua. aggiungere l’uva e lo zucchero. Cuocere 1 ora a fuoco lento, mescolare. aggiungere le mele prive di buccia (tagliate sottili) e il vino. Alzare la fiamma e fare evaporare il vino. A fine cottura (quando si sta raffreddando), aggiungere la buccia di limone grattugiato, passare il composto con un colino e invasare a caldo. Capovolgere il vaso e fare raffreddare.

Infuso di Aloe Arborescent: 350 gr di foglie di Aloe Arborescens, 350 grammi di miele naturale di qualità (non artificiale e non millefiori), 10 ml di grappa, pari a un cucchiaino (non vanno bene alcool, vino, birra o liquori). Si prepara al buio. Si toglono con un coltello le spine dalle foglie, si tagliano a pezzetti. Si mettono nel frullatore insieme al miele e alla grappa. Conservare in frigorifero in un contenitore chiuso al buio preferibilmente coperto con carta stagnola.

Liquore alla liquirizia:  In un contenitore ermetico mettere gr. 600 di acqua tiepida e gr.100 di liquirizia pura. Lasciare insieme per 24 ore mescolando ogni tanto. Fare bollire 1 litro di acqua, aggiungere 1 kg di zucchero. Fare intiepidire. Aggiungiere 600 gr di alcool, mischiare il tutto e colare. Imbottigliare e non bere prima di 10 giorni.

Liquore alla cioccolata: 165 gr. di caco amaro, 1 kg. di zucchero, 200 gr. di alcool a 95° e 1 lt di acqua. In una casseruola mettete un litro abbondante di acqua con lo zucchero. Fate bollire per 15 minuti. A parte stemperate il cacao con un po’ di questa acqua zuccherata ed ancora ben calda. Aggiungete poco alla volta tutto il resto dell’acqua, mescolando con cura. Riportate in ebollizione e fate bollire per 30 minuti. Levate dal fuoco e raffreddate. Aggiungete l’acool e imbottigliate.

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L’olivo a Bologna

Questa pagina è dedicata all’olivo bolognese.

Lo stimolo a questo argomento lo devo ad una mia cliente, la signora Neri Antonietta, che mi ha portato un suo vecchio libro del 1838 “Memorie di agricoltura manifattura e commercio”, serie seconda, dove compare un articolo del professor Fulvio Gozzi “sulla necessità di coltivare gli ulivi particolarmente da seme nella provincia di Bologna”, dissertazione letta all’Accademia delle Scienze dell’Istituito di Bologna il giorno 9 febbraio 1837. In questo articolo Gozzi esorta i bolognesi a ritornare a coltivare l’olivo. E’ una spinta motivata non solo dall’entusiasmo, ma anche da considerazioni tecniche. Oggi è come nel 1837, è un ripetersi di cicli.

L’entusiasmo spesso non coincide con la realtà. Bologna è sicuramente una terra in cui si alternano il caldo e il freddo e quest’ultimo di certo non giova all’olivo, pianta sempre verde e in vegetazione. Ma l’olivo a Bologna c’è sempre stato, basta vedere il fossile di foglia di olivo rinvenuta a Mongardino di Sasso Marconi (vedi Baldini Alessandro “Notizie sull’olivicoltura bolognese” – Bologna : Accademia nazionale di agricoltura, 2003. – 36 p. : ill. ; 24 cm.). Anche quest’ultimo autore esorta i bolognesi, anche se con più cautela a ripiantare gli olivi.

L’esposizione sulle colline deve essere rivolta a levante (est) e mezzogiorno (sud) ottime per la produzione di olive. Il sud come esposizione è logica, mentre il levante fa riferimento alle famose galaverne bolognesi. Il sole, sorgendo, asciuga la brina ed evita i danni alle foglie dell’olivo.

In questi ultimi anni a Bologna sta ripartendo la corsa all’olivo che nei secoli scorsi era abbondantemente coltivato in collina. Basti pensare alle zone che prendono il nome dall’olivo tipo Oliveto nel comune di Monteveglio.

In vivaio trattiamo tutte quelle varietà di facile insediamento nel Bolognese:

Piante da 2/3 anni

DA OLIO: Frantoio, Maurino, Moraiolo, Leccino e Pendolino.

Iniziamo a provare anche le varietà da tavola.

DA MENSA: Ascolana e Uovo di piccione

DOPPIO USO: Carolea.

Ricordiamoci che il “dop” si ottiene con specie autoctone, quindi sarebbe indicato piantare piante ottenute da talee di vecchi olivi bolognesi. Questi ultimi producevano olive “tanto grosse, dolci e perfette al pari a quelle di Spagna”.

L’olivo bolognese nella storia si avvicina come coltivar alla grossa di Faenza.

L’esposizione deve essere a sud, sud-est o sud-ovest. La maggiore esposizione al sole favorisce la fotosintesi e quindi la produzione di sostanze nutritive a vantaggio della produzione. A Bologna il posizionamento a sud-est permette alla pianta di proteggersi dalle brinate e dalle galaverne.

L’olivo è una pianta ermafrodita autoincompatibile o autosterile: ogni pianta ha un suo impollinatore ed il vettore di riproduzione non sono gli insetti bensì il vento. Disporre le piante considerando questi elementi.

Gli impianti vanno fatti in primavera fuori dal gelo.

I sesti di impianto più diffusi vanno dal 5×5 al 6×5.

Anche se l’olivo è una pianta frugale non è sbagliato l’impianto di irrigazione che favorisce positivamente la produzione.

Lo sviluppo radicale dell’olivo non supera i 50- 80 cm di profondità.

Si consiglia di piantare olivi di due – tre anni franchi in vaso.

In ottobre per due volte a distanza di 15 giorni trattare con poltiglia bordolese che rallenta lo sviluppo della pianta, così da affrontare meglio l’inverno.

In primavera, fuori dai geli, concimare con Dermazoto. Mai concimare la pianta contro l’inverno. Interrare il concime nella zona prossima alla chioma. La dose è in funzione alla carica o scarica dell’annata. Il Dermazoto si usa 10/12 q.li/ha.

A Bologna si consiglia la potatura fuori dai geli primaverili. La domenica delle palme non è un caso. La potatura di Pasqua a Bologna è la migliore. Solitamente la Pasqua indica l’arrivo della primavera.

Per l’olio, non solo vendiamo le piante, ma in VIVAIO o CON VENDITA E-COMMERCE trattiamo le manine per raccogliere le olive, le reti di tutte le misure a nido d’ape o anti spine, i fusti in latta da 5 e 10 litri, le dame e le damigiane in vetro, i fusti in acciaio inox di tutte le misure.